Incontro a San Siro tra i 40.000 cresimandi del periodo 2021-2022 e l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Si trattava del tradizionale appuntamento che era stato sospeso negli ultimi anni per motivi di sicurezza sanitaria.
La ripresa di una tradizione con una coloratissima folla, grazie alle pettorine di 7 colori diversi, uno per ciascuna delle altrettante Zone pastorali. I ragazzi hanno accolto in maniera calorosa l’Arcivescovo e le altre personalità che l’hanno accompagnato in un momento di gioia, riflessione, e anche spettacolo. Le imponenti coreografie curate dalla Fondazione degli Oratori Milanesi e basate sul titolo della lettera scritta dall’Arcivescovo a cresimati e cresimandi, “Come un cenacolo“.
Le coreografie sono state eseguite da oltre 1000 figuranti volontari e hanno intervallato una sorta di dialogo tra i ragazzi e 3 Vicari. Hanno parlato monsignor Franco Agnesi, vicario generale; monsignor Luca Raimondi, vicario episcopale per la zona IV-Rho; e don Mario Antonelli, vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede. Tutti hanno richiamato nei loro discorsi i temi dello Spirito come dono, fonte di amore e di amicizia con Gesù da vivere, come sottolineato da Delpini.
Ad accompagnare l’Arcivescovo Mario Delpini anche la vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo e il direttore della Fom, don Stefano Guidi.
Delpini si è soffermato con un gruppo di ragazzi disabili e ricevuto in dono le maglie del Milan e dell’Inter.
La lettera dell’Arcivescovo Mario Delpini
E’ forte il messaggio che Delpini ha voluto lanciare ai giovani cresimandi, come si può intuire da parti della lettere a San Siro:
«Gesù ha detto: “Io che sono il Signore ho lavato i piedi a voi, dunque, anche voi lavatevi i piedi gli uni gli altri, datevi una mano, mettetevi a servire, aiutate in casa, a scuola, in oratorio. Nessuno è troppo piccolo da non poter dare una mano: non devi vergognarti di quello che non sai fare, piuttosto offri quello che puoi dare. Non pensare di essere solo, guarda quanti sono disposti, intorno a te, a dare una mano. – Ha continuato l’Arcivescovo – Lo sguardo che si rivolge a Gesù, il sorriso, la mano tesa per aiutare, è ciò che vi raccomando. Quando pensate al dono dello Spirito, che avete ricevuto o state per ricevere, domandatevi che cosa opera in voi questo dono: vi porta nel Cenacolo. Come faranno i vostri amici a capire che siete stati nel Cenacolo? Perché vedranno che siete capaci di guardare al Signore, di sorridere, di dare una mano. Tornando a casa, la gente capirà che siete stati a San Siro, perché siete capaci di ciò, perché non si perda la vostra strada e la vita sia vocazione. Questa è la vostra vocazione.»